sabato 23 maggio 2015

Come trasformare le difficoltà in opportunità

A volte ritornano.
L'ho sentito dire un sacco di volte e l'ho sempre associato a sensazioni sgradevoli come il ritorno di un ex, di una persona poco piacevole o, come accade nei film horror, di uno zoombie.
Questa volta è diverso perché a tornare sono io.
Son cresciuta con la convinzione che la vita sia un insieme di cerchi che devono essere necessariamente chiusi.
Tutti.
Uno per uno.
Ho giustificato questo assolutismo come bisogno di coerenza e di ordine ma credo sarebbe più opportuno definirlo "disturbo ossessivo compulsivo" di chi ha bisogno di tenere tutto sotto controllo.
Comunque, indipendentemente dalla sua definizione, pensavo che anche questo blog fosse un cerchio chiuso.
Nato per aprire una finestra sui dca di cui si inizia a parlare solo oggi, mi ha accompagnata nel percorso attraverso l'accettazione del problema fino alla sua guarigione.
Si perché come ho detto molte volte, dai disturbi alimentari si può assolutamente guarire.
E' altrettanto vero che ci possono essere delle ricadute più o meno importanti che possono portare a riaprire vecchie ferite e a intraprendere nuovi percorsi curativi.
Ed eccomi qui.
Col mio fagotto di insicurezze formato panini e dolcetti, mi son rimessa in cammino.
Solo che più che una serie di cerchi, ho iniziato a vedere la vita come una tela da ricamo. Vista da sotto è un groviglio di nodi e fili allacciati tra loro, vista da sopra è un capolavoro.
In questo momento sono impelagata in una serie di punti a croce che più che un disegno bellissimo, visti dall'alto sembrano degli scarabocchi...
Ma pazienza.
Da qualche parte bisogna ripartire ed io sono già in viaggio...

lunedì 26 maggio 2014

Scrivi che ti passa

"Lei deve scrivere, è la sua cura"
"Scrivere cosa?"
"Qualunque cosa le passi per la testa!"
"E se scrivo delle idiozie?"
"Che importa? Il diario è suo!"
"Ma ho già un diario, e ultimamente faccio fatica ad aggiornarlo...E poi non ho feedback...quello che scrivo evidentemente non è così interessante"
"Smetta di scrivere per un pubblico, scriva per lei stessa. Una pagina, una riga, una parola. Ciò che cattura la sua attenzione, lo metta nero su bianco".

Scrivere per me stessa. Ok, posso farlo. Non nego che condividere i miei pensieri e averne un ritorno in termini di commenti e apprezzamenti, mi piace.
Sono un animale social-network!
Riconosco il fatto che scrivere mi gratifichi.
Quindi, penna in spalla...


mercoledì 9 aprile 2014

Ecco come rinnovare la motivazione e pianificare un obiettivo

Ogni volta che mi lancio in un progetto impegnativo, sono animata dalle migliori intenzioni di riuscita. L'obiettivo mi pare chiaro e raggiungibile e al grido interiore di "Yes I can" mi muovo nella direzione del successo.

Il primo periodo mi regala emozioni simili a quelle dell'innamoramento: l'umore è al top, non mi pare ci siano intoppi, sono convinta al massimo di ciò che faccio e nessuno può farmi cambiare idea. Lo stesso accade quando decido di mettermi a dieta.

Inizialmente mi sento immune dai fallimenti.
Assaporo già la sensazione della vittoria.
Continuo a dirmi che sarà diverso.
In poche parole sono MOTIVATA e i primi risultati iniziano ad arrivare.Gaudio.

E poi?
Poi sembra che si inceppi il meccanismo e il vaso di Pandora dei dubbi, si scoperchi.
"E se non riesco?"
"Ecco, ho sgarrato ripetutamente e sto mandando tutto all'aria."
"Lo sapevo che avrei rovinato tutto"
"Non ce la farò mai"

E giù di messaggi autosabotatori che farebbero fallire anche il voto del silenzio fatto da un monaco tibetano (e si sa che loro hanno una forza di volontà invidiabile!).
Ne ho parlato con la mia nutrizionista. Mi aspettavo (speravo) che mi desse qualche perla di saggezza in grado di far chiarezza su tutte le mie perplessità e che mi ricaricasse come uno di quei pupazzi a molla.
In realtà mi ha "rimandato la palla" portandomi a riflettere che essere lì era già espressione della mia motivazione. Mi ha fatto notare che sono stata io a cercarla. Io le ho detto che avevo un obiettivo. Io le ho chiesto di aiutarmi a raggiungerlo. Io, io, io.... Poi mi ha parlato della barca a vela con una metafora che mi ha colpita parecchio.
"Sei mai andata in barca a vela" mi ha chiesto. "La vita è come la barca a vela. Quando c'è vento vai avanti spedita ma se c'è calma piatta resti immobile. Puoi vedere la riva ma non riesci a raggiungerla fino a quando le correnti non si mettono nuovamente in moto. A quel punto sta a te imparare a domare il vento e a sfruttarlo a tuo favore o a rischiare lo sfascio." Vedendo che aveva centrato il bersaglio ha aggiunto "Ricordati che mollare non è  tra le opzioni contemplate!"
Credo che le interpretazioni di questa similitudine siano molteplici. La mia è stata che i venti sono le emozioni che ci governano e la barca a vela è la motivazione. E' sempre presente anche quando ci pare essersi volatilizzata. A volte c'è bisogno di una virata e, come ogni bravo skipper,  è necessario navigare tanti mari e accumulare tanta esperienza.

Prima di congedarci, la mia guru del cibo, mi ha consigliato di pianificare per iscritto il mio obiettivo.
"Non è una cosa semplicissima ma se lo fai per bene, può aiutarti a rinnovare la motivazione tutte le volte che ti sembra perduta."
Tentar non nuoce no?

COME PIANIFICARE UN OBIETTIVO
Prendi carta e penna e definisci questi punti.

  • DESIDERIO: l'obiettivo non si concretizzerà realmente se non lo desideri profondamente.Assegna al tuo obiettivo un voto da 0 a 10. Più il desiderio di raggiungerlo sarà vicino al 10 più saranno alte le possibilità di non perdere di vista la meta.
  • POSITIVITA': il raggiungimento dell'obiettivo sarà più vicino se costruiamo messaggi positivi. Continuare a dirci che non ce la faremo mai, non fa che minare la fiducia in noi stessi e allontanarci dal risultato sperato.
  • CONCRETEZZA: ciò che si desidera è realmente raggiungibile? Se sono alta 1,65 non potrò mai essere 1,80. Lo stesso vale per il mio corpo: non sarò mai esile e mingherlina se la mia conformazione fisica prevede fianchi larghi e bacino alla Jennifer Lopez (magaaaaaaari)
  • TEMPI: pianificare delle tappe intermedie è molto utile per non perdere di vista ciò che stiamo facendo e dove vogliamo arrivare. Ovviamente anche i tempi devono rispondere  al criterio di concretezza e desiderare (seppur ardentemente) di perdere 20 kg in una notte no lo è affatto!!!

Allora?
Avete preso carta e penna?
Io ci provo!


martedì 4 marzo 2014

Concorso a premi: Dieta, scatta una foto e vinci

Ognuno di noi, quando sente la parola "dieta", proietta nella propria mente un'immagine ben precisa.
C'è chi la associa ad un frutto (solitamente una mela) chi allo sport e chi a un vestito.
E visto che la fantasia non ha limiti, ho creato un evento, in collaborazione con una nutrizionista, che dà libero sfogo alla creatività.
Si chiama:
DIETA: SCATTA UNA FOTO E VINCI!

Consiste nel fotografare la propria idea di dieta e pubblicarla nella bacheca dell'evento (QUI)
Le 2 foto che riceveranno il maggior numero di likes, vinceranno i seguenti premi:

  • 1o posto: una consulenza via skype, della durata di 35 minuti, con la nutrizionista
  • 2o posto: pubblicità della propria pagina/blog o altro (da valutare insieme) sulla bacheca di L'altra metà del cielo, a dieta

Visto che mi sembra un'iniziativa divertente, ho deciso di sponsorizzarla anche qui.

Vi lascio il link dove troverete tutti i dettagli. Se avete domande, scrivetemi senza problemi.

PS. l'evento è aperto a tutti ma, in questa edizione, le vincitrici saranno solo donne. Magari in futuro, ne proporremo un'altra  solo per gli uomini ;)
Pronti?
Un, due, tre
Ciiiiiiiiiiiis
Buona serata!


Arisa e i suoi 10 kg in meno

Anche quest'anno mi son tenuta ben lontana dal Festival di Sanremo. Lo trovo noioso, ripetitivo e ormai scontato.
Ho appreso da una rivista che ha vinto Arisa. Canzone orecchiabile, voce pulita, testo comprensibile. Congratulazioni! Non è il suo primo podio, me la ricordo nel 2009 quando con la sua canzone "Sincerità" sbaragliò la concorrenza.
Ecco com'era Arisa quell'anno

Ed eccola oggi
www.tgcom24.com
Il cambiamento è abissale non trovate? A me è piaciuta sin dall'inizio perchè in un'epoca in cui apparire e uniformarsi alla massa sembrano essere elementi indispensabili per la sopravvivenza, avere le p@lle di imporsi come personaggio fuori dagli schemi è affare non da poco.
www.pourfemme.it
Occhialoni spessi, frangia che evidenzia naso aquilino, abbigliamento retrò, scarpe maschili e calzettoni simili a quelli dei collegiali, erano un pugno nell'occhio nel 2009. Poi hanno fatto tendenza. 
Sulle riviste che io definisco "da parrucchiere" ho letto diverse articoli che ripercorrono la sua evoluzione "da brutto anatroccolo a cigno". 
A me questo affare dà  il nervoso e aggroviglia un pò le budella. 
Sembra quasi che da ogni donna che non incarni la bellezza seducente -tipo coniglietta di playboy - ci si debba aspettare che prima o poi diventi una gnocca da passerella. Ci avete fatto caso?

Da bruco a farfalla.
Da anatroccolo a cigno.
Da brutto a bello, insomma.

E se la vera bellezza risiedesse nello stato primordiale di questi processi?
Un bel bruco e un bell'anatroccolo sono così difficili da immaginare?
Siamo davvero così tanto abituati all'uniformità?

Nella seconda foto Serena La Rosa (giornalista di Gioia e quindi donna che scrive su una rivista per donne) ha dichiarato che gli abiti indossati dalla cantante a Sanremo avevano tutti lo stesso difetto: una sorta di tasca marsupiale sulla pancia, errore tipico di chi ha perso tanto peso e non sa prendere le nuove misure. Però le assegnava un 10 come i kg persi....
Serve dire che ho reputato questo commento acido e fuori luogo?
Di tutte le cose da dire ti viene in mente solo questo?

Mi auguro solo che Arisa insieme ai 10 kg non abbia perso anche la sua personalità, spontaneità e femminilità genuina.
Mi viene in mente Geppi Cucciari che ai tempi di Zelig brillava per la sua ironia tagliente e per la sua sagacità. Poi è dimagrita ed è diventata meno...meno se stessa...

Siamo donne nate con l'idea della dieta.
Lo facciamo per la salute, per piacerci e  per piacere.
Cerchiamo però di non fare la liposuzione alle nostre peculiarità e a tutto ciò che ci rende esseri affascinanti e unici.