Spero di esserci riuscita.
Wow che bel messaggio che mi hai scritto!
Profondo e vero come pochi...
E soprattutto mi ci sono riconosciuta in tante parti...
Lo shopping era davvero terrificante: vedere cose che avrei voluto indossare e sentirmi dire dalle commesse con aria di sufficienza "mi spiace non abbiamo la sua taglia"
E pensare che ero una 46...non una 60...
Poi, presa dallo sconforto ho continuato a mangiare e lievitare.
In merito alla tua amica io credo che fare attività sia importante ma credo che la sua chiave di volta sia che semplicemente mangiare non le interessa poi tanto...
Nel senso che nei momenti di maggior sconforto/debolezza in cui sono soggetta ad abbuffate, il cibo spesso occupa parte dei miei pensieri con tutta una serie di "non devo, no posso, mi pentirò" mentre per le persone attive e "normopeso" il cibo non ha tutto questo fascino.
Come fare per venirne fuori?
Io ad un certo punto ho deciso di farmi aiutare perchè mi sono accorta che il mio era diventato un vero e proprio disturbo...
Ma ci sono forme molto più lievi per cui l'auto aiuto può fare miracoli.
Adesso sono seguita da una nutrizionista che è esperta anche in disturbi alimentari e mi sta dando una grossa mano. Non è che stia calando tantissimo però il cibo sta smettendo di funzionare.
Certo si tratta sempre di una dieta ma non è un piano alimentare restrittivo (ho persino dei pasti liberi in cui posso strafocarmi a mio piacimento) e in più - cosa ce credo stia davvero facendo la differenza- mi sto dando tempo e pazienza...
Di solito siamo abituati a dare ottimi consigli e ad avere pazienza con gli altri ma poi nei nostri confronti vorremmo risultati veloci e duraturi altrimenti abbiamo persino il coraggio di darci delle fallite...
Ho anche deciso di ripartire con tutti gli impegni che ho saltato.
Non tutti i giorni...magari un paio alla settimana...ma voglio riprovarci.
Se ti va possiamo farlo insieme.
0 commenti:
Posta un commento