martedì 15 maggio 2012

Riconoscere la fame nervosa e impegno n.22

«Ma come si può solo minimamente pensare di poter vivere senza il piacere del cibo?»
 Mi sembrava carino iniziare questo post così perchè ammetto di essermi detta più volte che il mangiare rappresenta una delle 7 meraviglie del mondo e che privarmene sarebbe stato un peccato passibile di pena. La mia teoria filava fino a quando mi sono imbattuta in questa risposta:

«Giusto! E proprio stando a dieta potrò concedermi nelle giuste dosi 
questi ed altri tipi di piaceri che il sovrappeso al momento mi preclude»

Eccheccacchio....come faccio adesso?

La cosa che mi scoccia di più è che quell'affermazione contiene una grande verità. Immaginate di potersi concedere degli sfizi senza la minima ombra del senso di colpa, bello no?
Beh, secondo gli esercizi di PNL, le sensazioni positive scaturite dal vedersi sereni davanti al cibo, dovrebbe spronarci a perseguire diligentemente il nostro obiettivo.
Come specificato nel titolo, ho ripreso in mano il programma iniziale articolato in vari esercizi pratici da fare. Mi ha colpita un articolo in cui non solo si parla della famigerata fame nervosa, ma si fa anche un elenco dettagliato dei vari tipi esistenti e delle emozioni ad essi associate.
Vi riporto la parte più interessante.
Cominciamo.
"TRISTEZZA: non depressione ma semplice tristezza, dovuta a motivi più o meno evidenti...
ANSIA: ha caratteristiche simili alla fame vera e propria in quanto si manifesta anch'essa con il buco allo stomaco...
NOIA: qui il cibo rappresenta la via più semplice (e dannosa) per liberarsi dalla morsa della noia, interrompendo un pomeriggio inoperoso, una mattina senza impegni...
SOLITUDINE: il cibo sostituisce qualcosa che manca. Si tratta di una persona specifica, di semplice compagnia o contatti sociali, a volte esistenti ma poco significativi...
RABBIA: molte persone mangiano per risentimento, amarezza, indignazione e frustrazione. In questo modo non si risolve la situazione e se peggiora un'altra...
FELICITA': qui il pensiero non è assolutamente negativo, anzi... il cibo rappresenta il giusto completamento di un evento piacevole, di una ricorrenza, di una bella giornata, di un incontro sociale: senza un buon pasto non è la stessa cosa...

Indipendentemente dalla causa scatenante/emozione provata, lasciar prevalere la fame nervosa comporta sempre la stessa conseguenza: calorie introdotte indebitamente e per lo più inconsciamente.
Inutile dire che mangiare non rappresenta la soluzione ma che anzi è assolutamente controproducente in quanto non fa che aumentare il senso di disagio.

Ed eccoci giunti all'esercizio di oggi. Dinanzi ad un attacco di fame, riconosci se si tratta di vera fame o di fame nervosa (pensa da quanto non mangi e se effettivamente hai consumato tutta l'energia introdotta). Qualora si trattasse della seconda, individua la sua categoria di appartenenza.
Buona osservazione!
NB in questo momento l'obiettivo non è quello di non avere attacchi di fame nervosa ma di individuarla in modo da capirne l'origine e intervenire per eliminarla.


4 commenti:

Chicca ha detto...

Ultimamente ho già in atto un meccanismo di 'identificazione' del problema.
Credo che sia un'ottima idea: un passo per volta.
Prima capiamo quando c'è il problema, poi ci adopereremo per risolverlo.
Sono con voi.
O voi con me...

fede ha detto...

E' da parecchio che non capita più di mangiare per motivi legati alla sfera emotiva. Anche in periodo d'esame, a gennaio/febbraio, nonostante fossi in ansia e annoiata e inca***** col mondo, non mi sono per nulla affidata al cibo. Ero ingrassata un po' (tipo 2 chili),ma solo perchè il massimo movimento che facevo era andare dal letto alla scrivania e dalla scrivania al bagno e dal bagno alla scrivania. Ma non ho più fatto l'errore di scaricare i problemi sul cibo. Il che è un bene, considerato che 4 anni fa, durante la preparazione dell'esame di maturità, mangiavo di notte interi pacchi di salatini o biscotti. (No comment.) Insomma, volendo ce la si fa...se ci sono riuscita io che mi dichiaravo caso perso, ce la potete fare tutte :D :D
ps. il problema mio, più che altro, sta nella gola...adoro cucinare, provare piatti nuovi, mi piace tutto, sono golosa... insomma, spesso, quando si è in compagnia, è difficile dire di no mentre gli altri mangiano di tutto!

Chicca ha detto...

E come hai fatto??
Non sai quanto vorrei 'uscirne'....

fede ha detto...

Chicca, mi si sono aperti gli occhi ad un certo punto. Ho iniziato più a pensare a cosa mi fa bene, alla mia salute, più che al dimagrimento. Non so come aiutarti, non ho fatto niente di particolare, ho solo lavorato molto su me stessa. Mi ha abbastanza aiutato il libro di Debora Conti, Giusto peso per sempre...però la maggior parte del lavoro mi è venuta "naturale"...